i perchè dei sollevamenti...

tratto da www.ricostruzioneunghie.com

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  1. sys-nail
     
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    per chi non è registrato al sito, ho trovato qs articolo interessante, sono cose che già sappiamo, ma magari non tutte e cmq può essere utile per saper dare anche le giuste spiegazioni alle clienti.....

    Il sollevamento del materiale da ricostruzione
    di Angela Vannicola, con la consulenza della Dott.ssa M.G. Pantano, di Sabrina Scuccimarro per la tecnica in gel e di Anna Rita Buscaino per la tecnica in acrilico.

    Molte le domande che sono pervenute sia alla redazione sia presso la sezione degli esperti del sito APNO, riguardanti la problematica tecnica del sollevamento e del conseguente distaccamento del materiale da ricostruzione dall’unghia naturale.
    Le casistiche più frequenti per cui ciò avviene dimostrano un’errata preparazione dell’unghia e/o un’applicazione del materiale in prossimità del perionichio, ovvero troppo vicino alla cuticola; ma anche altre cause possono entrare in gioco, ed ognuna di esse merita un adeguato approfondimento.
    Andiamo quindi a vedere nello specifico quali sono le cause del sollevamento del materiale da ricostruzione, e come evitare che succeda.

    ERRATA O MANCATA PREPARAZIONE DELL’UNGHIA
    Nel caso in cui siamo certe che l’applicazione è avvenuta evitando di toccare le cuticole, vuol dire che la preparazione dell’unghia non è stata del tutto perfetta.
    Innanzitutto, è necessario menzionare uno dei fondamenti basilari che consentono di ottenere un’ottima aderenza del materiale: durante la sua preparazione, l’unghia non deve per nessun motivo essere bagnata. Infatti, pur asciugandola, essa trattiene l’umidità per un certo tempo e dal momento in cui si interviene con la ricostruzione si avrà non solo il problema del sicuro sollevamento, ma anche la probabilità di comparsa di micosi. Di conseguenza, non si faranno lavare le mani alla cliente né tantomeno si provvederà ad eseguire una manicure; qualora la cliente la richieda, questa va effettuata un giorno o alcune ore prima del lavoro tecnico. Non è strettamente necessario disinfettare l’unghia: di regola la tecnica deve lavorare con guanti monouso per garantire l’igiene per lei e la cliente, e con lime sempre monouso. La preparazione va effettuata con lima a 200/240 grits mantenendo con le vostre dita i valli ungueali, in modo che la lima possa scorrere sull’unghia senza danneggiare la cute. Questa limatura deve servire a opacizzare l’unghia in tutte le sue parti, quindi ad asportare quel naturale film idrolipidico che è a protezione di tutta la nostra epidermide e che è trasportato sulle unghie per via tattile, e deve pertanto avvenire come un peeling: andiamo semplicemente ad agire sulla superficie dell’unghia. Molte tecniche, durante questa fase iniziale, affondano la lima in maniera aggressiva stressando e traumatizzando l’unghia (alcune volte anche in maniera tanto grave da procurare delle alterazioni permanenti) a causa di una scarsa conoscenza della tecnica della limatura: si crede infatti che forzando l’abrasione si ottenga una migliore adesione del gel, mentre invece questo stress crea un indebolimento della lamina unguealee favorisce il sollevamento. Bisogna quindi intervenire efficacemente, ma preservare sempre la lamina ungueale. Inoltre è importante puntualizzare che durante i refill l’onicotecnica deve limare solo l’eccesso di gel e rimuovere eventuali distacchi, ma senza asportarlo completamente: non si deve effettuare una rimozione completa, poiché andare ogni volta direttamente sulla lamina crea uno stress, indebolendo l’unghia e compromettendo il lavoro con conseguenti sollevamenti. Bisogna avere piena coscienza che questa fase è la più delicata di tutto il procedimento tecnico, in quanto è la fase in cui si è in contatto con la lamina ungueale, mentre nelle successive il nostro contatto sarà direttamente sul materiale. Dopo aver effettuato questa opacizzazione, si procede all’eliminazione della polvere tramite la spazzolina; questo dovrà avvenire con la massima cura, perché anche il più piccolo residuo può compromettere il risultato finale. Se ci si trova in presenza di cuticole piuttosto spesse e invadenti, ricordiamo che non si può effettuare la manicure per nessun motivo, ma possiamo intervenire spingendo delicatamente con un bastoncino d’arancio, in maniera da spostare le cuticole senza irritare o ledere il perionichio. Non bisogna preoccuparsi, perché una volta applicato il materiale, le cuticole saranno sempre meno invadenti sul letto ungueale e consigliando l’applicazione di olio emolliente con costanza, si attenueranno molto. Qualora non si voglia rinunciare alla disinfezione della lamina ungueale, si può optare per un Dry Nail (deidratante), che eliminando l’acqua limita la crescita di microrganismi, avendo così anche un’azione disinfettante. Dopo l’opacizzazione, alcuni utilizzano il Primer, cioè un acido composto da Methacrylic Acid, Butyl Acetate, Butyl Methacrylate, Ethanol; esso ha un effetto aggressivo sull’unghia, in quanto rompe i legami presenti tra le cellule della lamina e permette così una maggiore adesione lasciando penetrare il gel o l’acrilico tra le molecole di cheratina. Alcune delle aziende che commercializzano prodotti in Italia lo indicano come indispensabile, mentre altre sono assolutamente contrarie all’utilizzo sull’unghia di questo prodotto; fintanto non ci saranno studi al di sopra delle parti (cioè realizzati da enti preposti e non dalle stesse aziende che com’è ovvio mirano alla commercializzazione) che daranno indicazioni e controindicazioni specifiche sull’utilizzo del primer, attenetevi a quelle che sono le indicazioni dell’azienda distributrice dei prodotti da voi scelta.

    STESURA DEL PRODOTTO SULLE CUTICOLE
    Un importante accorgimento per evitare sollevamenti del materiale da ricostruzione è quello di non toccare le cuticole con il prodotto. Questo infatti causa l’entrata di aria tra il gel e l’unghia, facilitando la scollatura del gel dalla lamina ungueale, e permette alla cuticola di spingere il gel avanzando naturalmente sulla superficie dell’unghia; al contrario, quando l’adesione è sì in prossimità, ma non sopra alla cuticola, l’aderenza del gel sull’unghia riesce a respingere e contrastare il suo avanzare senza subire sollevamenti. Pertanto, quando avviene la stesura in prossimità del perionichio, bisogna fare molta attenzione a non toccare la cute: la tecnica migliore è quella di scendere solamente il più vicino possibile, in modo da coprire omogeneamente tutta la superficie dell’unghia e non lasciare un antiestetico distacco tra il gel e la cuticola. L’errore della stesura del prodotto sulle cuticole è più frequente nelle principianti; se invece accade quando è già tempo che si svolge questa attività, sarà più per distrazione che per mancanza di conoscenza tecnica, in quanto è una delle primissime basi tecniche che si acquisiscono.

    ERRATA SCELTA DEL MATERIALE PIU’ ADATTO: GEL O ACRILICO
    Un altro aspetto importante è che spesso le tecniche lavorano solo un materiale: gel o acrilico. E’ raro trovare chi in ugual modo si cimenta in entrambe le tecniche, e quindi può scegliere il materiale più adatto a seconda delle esigenze della cliente. Infatti, non esiste l’assoluto: entrambi i materiali hanno i loro pro e i loro contro, solo conoscendoli potrete apprezzare i fattori dell’uno e dell’altro. Essendo il gel molto flessibile e l’acrilico molto più rigido, potrete scegliere cosa applicare in base alle abitudini e alle esigenze della cliente. Ad esempio, per una donna che fa un’attività casalinga o un lavoro a stretto contatto con acqua andrà meglio una ricostruzione effettuata in gel, mentre per attività dove le unghie sono sollecitate con forza andrà sicuramente meglio l’acrilico. La stessa scelta può essere fatta per quanto riguarda la forma delle unghie: qualora ci troviamo dinanzi ad un’unghia piuttosto piatta, sarà meglio optare per l’acrilico con cui si potrà realizzare una ottima curvatura, mentre nel caso in cui abbiamo un unghia imperfetta con strature longitudinali si potrà scegliere il gel, in quanto la sua consistenza viscosa compatterà tutte le imperfezioni in maniera uniforme.

    LA CONSISTENZA DEL COMPOSTO NEL METODO ACRILICO
    Il metodo acrilico è completamente diverso da quello del gel in quanto il prodotto da applicare si crea immergendo il pennello nel liquido (monomero) e successivamente nella polvere (polimero), per formare una pallina di prodotto dalle dimensioni adatte alla superficie da coprire. La polimerizzazione avviene all’aria. La difficoltà della stesura dell’acrilico sta nel trovare la giusta combinazione di monomero e polimero: una miscela troppo secca dà vita ad un composto granuloso e difficile da lavorare, per cui le microparticelle verranno circondate d'aria e la ricostruzione risulterà poco flessibile e quindi fragile; un eccesso di monomero renderebbe il composto troppo liquido e potrebbe compromettere l’adesione del prodotto provocando dei sollevamenti, e darà vita anche qui ad antiestetiche microbollicine d’aria che rimarranno imprigionate nella ricostruzione, rendendola mediocre dal punto di vista estetico.
    La giusta formulazione delle polveri acriliche è la chiave per creare ricostruzioni di alta qualità e di lunga durata, in quanto se la miscela non è eseguita correttamente si può andare incontro a spiacevoli sollevamenti di prodotto. Il corretto rapporto tra polimero e monomero dovrebbe essere di due parti di liquido ed una di polvere, fermo restando che il giusto esercizio porterà alla padronanza del sistema di ricostruzione in acrilico senza più difficoltà.

    LA QUANTITA’ DI PRODOTTO APPLICATO
    Quando siamo ad applicare il prodotto dobbiamo sapere che la quantità è fondamentale: se ne applichiamo una quantità scarsa, sia il gel che l’acrilico sotto sollecitazione si solleveranno alla radice; se abbondiamo, creeremo una forma piuttosto innaturale e spessa. Non è facile dosare la giusta quantità, ma utilizzando il buon gusto per non fare errori estetici e la nostra sensibilità tecnica per non errare nella costruzione… e tanta tanta attenzione e cura, vedrete che non si verificheranno più sollevamenti. Alcune volte avvengono sollevamenti se si applica troppo materiale nei laterali e nella zona del giro cuticole in quanto il prodotto non può seguire l’elasticità dell’unghia in quei punti; questo avviene soprattutto nella fase di crescita dell’unghia verso il margine libero: l’eccesso di gel nei laterali crea delle crepe nel gel che automaticamente si solleva lungo i valli ungueali. Alcuni prodotti in commercio a densità medio – bassa possono presentare un alto grado di difficoltà nella lavorazione: infatti, nella fase di esecuzione della bombatura, la bassa densità fa si che il prodotto scivoli verso i valli e si accosti troppo alle cuticole, motivo per cui questo tipo di prodotto richiede una maggiore abilità. Questi prodotti più complicati nella loro stesura sicuramente sono indicati in tecniche con un certo grado di esperienza che sapranno trarne il meglio, essendo prodotti che vanno modellati totalmente a punta di pennello.

    ERRATA O MANCATA SIGILLATURA
    Nel caso in cui poi si verifichino dei sollevamenti sul bordo del margine libero, cioè in punta, il motivo non è da imputare alle quantità, ma ad una errata sigillatura. Infatti se durante la sigillatura non si è effettuato il passaggio del pennello sulla punta, assicurando così la chiusura tra i passaggi dei vari gel, si verifica che con la normale manualità, dopo pochi giorni dall’aver effettuato il lavoro, la punta inizia a sollevarsi, e questo spesso è ben visibile perché si inizia ad intravedere la sporcizia che si è inserita tra i vari strati di gel. La moda e le tendenze del momento hanno imposto nelle ultime stagioni di usare il gel color con stesura tipo smalto e per french colorati, per cui c’è da dire anche che con l’uso di colori molto scuri (nero - marrone - viola etc.) c’è la possibilità che l’adesione del prodotto sia compromessa, in quanto i gel scuri hanno una certa resistenza ai raggi UV, possono in caso di un’esposizione breve nella lampada UV avere l’aspetto di un’avvenuta polimerizzazione; in realtà il gel forma una “sacca” cioè rimane una parte liquida tra il gel color e lo strato sottostante. Questa nei giorni a seguire si spaccherà e tutto il lavoro sarà compromesso. Questa maggiore resistenza alla polimerizzazione è dovuta alla densità creata dai pigmenti in esso presente. In questo caso si consiglia un’esposizione più prolungata sotto i raggi UV.

    LA QUALITA’ DEL PRODOTTO APPLICATO
    Il diffondersi della professione di onicotecnica ha fatto si che in commercio ci sia una varietà elevata di prodotti sia in qualità che nei prezzi. La scelta del prodotto è importante per un ottimo risultato: i prodotti devono essere di buona qualità e approvati dal Ministero della Sanità. L’uso di un prodotto di scarsa qualità non può garantire la durata, la lucentezza e l’assenza di sollevamenti, senza sottovalutare che essendo un prodotto non garantito può causare problemi alla salute della cliente e anche dell’operatrice. Importante è ribadire il concetto che la qualità non va sempre di pari passo con il prezzo, pertanto potrete trovare prodotti ottimi ad un prezzo conveniente, ma dovete assicurarvi che siano prodotti Europei o Americani ma che abbiano la certificazione del ministero. È inoltre consigliabile non usare prodotti di marche diverse in quanto la compatibilità tra loro non è garantita; molte sono le case compatibili tra loro, e il motivo sta nel fatto che in realtà si tratta dello stesso prodotto, in quanto proveniente dalla stessa fabbrica (anche se le aziende divulgano il contrario per ragioni puramente commerciali). Citiamo come esempio il caso di un lucido finale ad effetto gloss, diffuso negli ultimi anni, che ha una componente acrilica e che se va a contatto con un gel che non ha compatibilità con molecole acriliche causa sollevamenti; inoltre, se non viene dosato nella giusta quantità, addirittura crepa sulla superficie.

    ERRATI PASSAGGI TECNICI
    Quando l’errore sta nell’errato ordine di applicazione dei prodotti, oppure nel non rispettare la funzione di ognuno o la metodologia di utilizzo per la quale sono stati creati, è necessario sempre rivolgersi a chi si occupa della rivendita e della formazione di quella linea di prodotti, per cercare di trovare l’errore che ha provocato sollevamenti di materiale dall’unghia. Esclusa questa possibilità, esistono alcuni casi frequenti di sollevamento dovuti a errori tecnici: andiamo ad affrontarli nello specifico.

    Errata o mancata bombatura:
    Nell’esecuzione di una ricostruzione in gel/acrilico bisogna rispettare la regola del rinforzo nel punto di stress. Una corretta bombatura rende l’unghia elastica e resistente; la mancanza di bombatura compromette l’adesione del gel facilitando il sollevamento.
    Curva “C” inesistente:
    La forma della lamina ungueale è altrettanto importante; un’unghia piatta con assenza di curvatura (guardandola frontalmente, dalla parte del bordo libero) può far si che in fase di ricrescita faccia “leva” e provochi un sollevamento. In questi casi è consigliato l’acrilico perché consente di modellare l’unghia in quanto il prodotto si può curvare tramite la pressione nei punti di stress e creare così una perfetta curva “C”.
    La Tip si solleva e si stacca:
    Se si applica una tip dalla misura sbagliata , sia più piccola che più grande, il gel si solleverà lungo i valli ungueali; anche la curvatura “C” della tip deve adattarsi perfettamente a quella naturale dell’unghia da trattare. Altre volte può capitare che durante l’applicazione della tip si formino bolle d’aria: ciò accade perché nel posizionare la tip sull’unghia non si sono rispettati i corretti movimenti tecnici. Nei casi in cui, invece, la quantità di colla applicata è stata insufficiente, la tip si scollerà, mentre se è stata eccessiva, la tip avrà difficoltà ad incollarsi.
    Mancata o incompleta rimozione del materiale già sollevato:
    Quando durante il nostro refill non viene effettuata un’accurata asportazione del “vecchio” gel nelle parti già sollevate, questo sarà la causa del sollevamento che seguirà pochi giorni dopo aver effettuato il refill, per l’effetto “camera d’aria”.

    INCURIA DELLA CLIENTEUn buon lavoro a volte può essere danneggiato da una scorretta manutenzione da parte della cliente:
    1. la cliente va consigliata sull’eventuale lunghezza da portare, analizzandone lo stile di vita ed il lavoro. Questo perché un’unghia molto lunga può dare possibilità a traumi e/o incidenti dovuti a urti, proprio causati dall’eccessiva lunghezza.
    2. nei casi di onicofagia, dobbiamo tenere presente che si tratta di un “vizio” che rimane latente; il continuo e ripetuto contatto con la saliva e i vari “smangiucchiamenti” sono sicuramente tra le principali cause di sollevamento.
    3. i casi di onicotillomania, ovvero il continuo sfregamento delle unghie, portano a un distacco del prodotto e possono provocare anche delle lesioni gravi alla lamina ungueale.
    4. in caso di refill effettuato oltre le 3-4 settimane, è quasi inevitabile che avvengano dei sollevamenti di materiale: con la ricrescita, la bombatura si porta in avanti causando un aumento spropositato di prodotto sul punto di stress e quindi un sollevamento nella parte distale della lamina, in quanto si è spostato in avanti il baricentro dell’unghia; molto più frequentemente ciò causerà la frattura dell’unghia all’altezza del punto di stress.

    LA LAMPADA UV
    In alcuni casi il sollevamento è dovuto ad un’incompleta polimerizzazione del gel perché i bulbi sono scarichi e non sono stati sostituiti. Il fatto che si accendano comunque può trarre in inganno: ve ne accorgerete perché fanno una certa difficoltà iniziando una intermittenza e non si accendono simultaneamente; altro motivo potrebbe essere la mancanza di pulizia dei bulbi.

    CONCLUSIONE
    Per concludere questo importante capitolo tecnico, si può soltanto aggiungere che oltre agli errori tecnici menzionati, possono entrare in gioco anche motivi fisici: lo stato del nostro corpo è fondamentale. Ad esempio causa di sollevamenti sono le alterazioni ormonali, tant’è che nel periodo premestruale, più che in quello mestruale, della nostra cliente dobbiamo sconsigliare qualsiasi intervento tecnico. Per entrare nello specifico, si parla di un alterato rapporto estrogeni-progesterone a causa di un deficit di progesterone in fase luteinica (la seconda metà del ciclo), e di un alterato ricambio idro-salino (acqua-sali) determinato dall’eccesso o dal difetto di vari ormoni che hanno un’azione sul bilancio idroelettrolitico: estrogeni e progesterone, ormone antidiuretico (ADH o vasopressina), prolattina, aldosterone. Ciò determina quello stato di tensione e squilibrio umorale che è riflesso in tutto il nostro corpo, infatti vediamo, per esempio, come reagisce il capello non rispondendo ai trattamenti a cui viene sottoposto. Altrettanto avviene sulle unghie, essendo anch’esse composte principalmente da proteine cheratinizzate. Anche durante la gravidanza si sono presentati casi in cui il gel applicato rispondeva sollevandosi dopo pochi giorni, anche ciò è riconducibile agli sbalzi ormonali che si registrano nel corpo della donna in attesa. Anche se in alcuni casi è stato tollerato, sono però più frequenti i casi in cui si verifica una “repulsione” del gel. Lo stesso si verifica in donne che fanno uso di particolari farmacie e sono sottoposte a chemioterapia o radioterapia. Alcune persone soffrono la sudorazione del palmo e del dorso della mano: questo influisce negativamente, in quanto la sudorazione particolarmente acida può dar luogo a sollevamenti. Una delle cause fisiche in cui maggiormente si verificano sollevamenti del gel è la presenza di stati di stress, oggi purtroppo molto frequenti, e che al contrario dei casi sopracitati sono difficili da individuare a meno che non ci sia un rapporto di confidenza o di amicizia. Infatti, spesso accade che si verificano questi problemi di sollevamento pur avendo effettuato un perfetto passaggio tecnico ed avendo utilizzato un ottimo prodotto.


    [Articolo redatto da APNO - Associazione Professionale Nazionale Onicotecnici - www.apno.it]




     
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  2. lella13
     
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    fantastico!!!!! ;) grazie
     
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  3. susy1980
     
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    Grazie, articolo utilissimo!!!
     
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  4. dananail
     
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    grazie sys
     
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  5. dadip
     
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    grazzziiiieee
     
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  6. claudia2
     
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    grazie utilissimo
     
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  7. gennj
     
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    graziee :rolleyes:
     
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  8. AquilaLun
     
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    eh eh ora ho capito un pò di cose :D graziee
     
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  9. claudia2
     
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    fantastico
     
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  10. EliKitty
     
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    Davvero molto interessante!..grazie..
     
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  11. Issima
     
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    grazie!
     
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  12. susanna181
     
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    interessantissimo...grazie---
     
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  13. Fabiola_Nails
     
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    Veramente interessante x me che sto iniziando ...ho finito da un mese il corso in acrilico ...ottimo argomento..grazie!
     
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  14. M@ry_81
     
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    Che parte teorica meravigliosa! Grazie! Avrei una domanda:
    Quindi su una signora che lavora alle macchine (operaia!) consiglieresti meglio l'acrilico, visto la durezza del lavoro stesso e il continuo contatto, nonchè urto, con pezzi di ferro o altri materiali?
     
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  15. Niky76
     
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    Purtroppo a contatto con il ferro non c'è materiale che tenga! ;)
    Io ho lavorato per 12 anni in officina, e sia gel che acri tengono......certo l'urto rovina, ma indifferentemente! Magari consiglia un paio di guanti! :)
     
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21 replies since 18/6/2009, 13:54   739 views
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